La Calabria non deve essere solo rinnovata, ma deve anche diventare 2.0. A dispetto della banda larga, l’innovazione tecnologica in Calabria è ancora all’anno zero. I servizi amministrativi sono digitalizzati poco e male e la prassi degli sportelli tecnologici, altrove in fase avanzata, da noi è quasi inesistente, con ricadute negative persino sulla qualità di vita dei cittadini: si pensi alle code agli sportelli, fatte persino per pratiche anagrafiche. Ma l’amministrazione hi-tech è solo il punto di partenza di pratiche virtuose che devono necessariamente estendersi anche ai privati e devono diventare diffuse in tutti i settori produttivi. La presenza in Calabria di importanti istituzioni universitarie e di ricerca, garantisce la possibilità di utilizzare al meglio competenze e risorse umane di qualità; il governo regionale dovrà operare per creare un collegamento stabile tra le Università, il mondo delle imprese e la pubblica amministrazione.
L’innovazione calabrese di punta non può prescindere dalla presenza nella Regione di tre importanti ed autorevoli atenei e ed enti di ricerca di caratura internazionale, oltre che numerose strutture regionali, che hanno già dimostrato nell’ultimo decennio la capacità reale di creare brevetti e aziende “spin-off” e “start-up innovative” universitari Uno “spin-off” universitario è un soggetto formato da professori, ricercatori universitari, dottorandi, borsisti dell’università o di enti pubblici di ricerca, che si distaccano dall’organizzazione di cui fanno parte per avviare un’attività imprenditoriale indipendente, finalizzata allo sfruttamento di competenze ed attività di ricerca. Le iniziative imprenditoriali nascono così per gemmazione da ambienti accademici o da istituzioni di ricerca. Gli spin-off rappresentano uno strumento fondamentale per il trasferimento alla Regione Calabria di tecnologie e competenze per il miglioramento della macchina burocratica e per lo sviluppo di imprese in grado di competere nei settori a più alto valore aggiunto. Una “start up innovativa”, nella new economy, è invece un’azienda, di solito di piccole dimensioni, che si lancia sul mercato sull’onda di un’idea innovativa, che consente di produrre e vendere prodotti o servizi ad alto contenuto tecnologico.
Assieme all’avvito di spin-off e start-up innovative favoriremo la creazione di impresa innovativa anche come “spin-out” delle attività produttive regionali – e cioè la realizzazione di un processo di trasferimento tecnologico attraverso l’applicazione di nuovi accordi industriali tra imprese, università e centri di ricerca. In tal modo sarà superato il modello, ancora sostanzialmente di impostazione accademica, utilizzato col programma Calabriainnova, che non offre supporto alle fasi di incubazione e post-incubazione e di crescita dell’impresa, essendo focalizzato sulle fasi embrionali delle impresa: troppo poco per essere competitivi anche solo col resto d’Italia.
Per rendere attrattivo il territorio regionale per ricerche applicate e per aziende startup/spinoff è imprescindibile realizzare una rete regionale per l’incubazione di impresa innovativa con un ciclo continuo di animazione territoriale, selezione di idee, accompagnamento alla creazione di impresa, maggiore erogazione di servizi specialistici e servizi reali, formazione mirata alla crescita di impresa e al mercato, determinando nel contempo le condizioni per attrarre partner finanziari privati, oggi molto poco presenti, nelle più varie forme (equity, crowdfunding, business angels, investitori bancari, ecc.).
Tutto il sistema necessita di monitoraggio e indirizzo professionale permanentemente delle azioni e delle strutture operanti con verifica dei risultati in tempo reale e grande flessibilità di intervento. I misuratori di successo devono contemplare il fatturato di impresa, i nuovi posti di lavoro creati, la qualificazione degli addetti, l’impatto sui settori di punta quali ict, energia, tecnologie green, salute e qualità della vita, favorendo le pari opportunità, l’economia circolare e la responsabilità sociale di impresa.
Parallelamente all’innovazione tecnologica deve essere prevista la professionalizzazione del personale della pubblica amministrazione e privato, attraversi continui corsi di formazione ed aggiornamento che, a differenza di quanto è avvenuto in passato, non devono essere organizzati, con grande dispendio di risorse economiche, in modo casuale, giusto per non disperdere i fondo comunitari all’uopo destinati o per favorire interessi di casta, ma devono essere programmati con una logica ben precise a seconda delle esigenze della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro. Tali corsi dovranno essere molto selettivi e pesare in modo determinante nell’avanzamento di carriera dei dipendenti.