È la riforma-chiave senza la quale non è possibile avviare alcun cambiamento nella Regione. Gli uffici della Regione sono nel caos più totale, senz’altro voluto in buona parte dalla classe politica che attraverso il controllo della burocrazia controlla il potere e il clientelismo.
L’organizzazione burocratica della Regione Calabria è suddivisa in n.16 Dipartimenti e n.7 Unità di Governo a supporto del Presidente, con 14 Direttori Generali e n.93 Dirigenti di Settori, oltre ai dirigenti dell’Ufficio Stampa, del Gabinetto e del Nucleo di Valutazione. Una struttura che – come già discusso – appare mastodontica se si rapporta agli abitanti della Calabria (1 milione e 800.000), perché paragonabile a quella della Lombardia, con un terzo dei dipartimenti/strutture, ma per governare le esigenze di una popolazione di quasi 11 milioni.
L’organizzazione della Regione Calabria, con la suddivisione di competenze e responsabilità tra tanti dirigenti ed uffici, riesce a rendere farraginosa ogni pratica, specialmente quelle di interesse diretto degli utenti, che difficilmente riescono a seguirne l’iter.
Per far rinascere la Calabria è indispensabile riorganizzare la struttura burocratica, accorpando il più possibile i Dipartimento ed i Settori che dovranno essere ridotti a meno della metà rispetto agli attuali 23 e, di conseguenza, riducendo in proporzione il numero dei dirigenti che, a vario livello, sono responsabili dell’iter procedurale. Senza un complessivo, sostanziale ed organico intervento sulla macchina burocratica cui è demandata l’attuazione delle decisioni, ogni programma di cambiamento potrà dimostrarsi vano. Pertanto ritengo che la riforma dell’organizzazione amministrativa sia il primo Strumento operativo da porre in essere.