La rinascita della nostra Terra non può prescindere da un dialogo continuo e intelligente con l’Europa. La programmazione delle risorse comunitarie è lo strumento fondamentale per la realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissati e per la tutela dei diritti negati ai Calabresi; tuttavia, rispetto al recente passato, bisognerà invertire il modo di concepirne la spesa.
I fondi europei non sono solo un aiuto alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Sono l’aggancio indispensabile tra la Calabria e l’Europa, il mezzo per trasformare l’economia calabrese in economia europea. Sono lo strumento attraverso cui gli imprenditori più capaci possono preservare la propria competitività assicurando i diritti e le pubbliche amministrazioni sviluppare i propri territori con uno sguardo rivolto al futuro.
È necessario un uso intelligente dell’europrogettazione, per canalizzare i fondi nella maniera più efficiente ed eliminare gli sperperi e le ruberie che, purtroppo, hanno reso tristemente famosa la Calabria.
I fondi dovranno essere immessi in circolo tramite un’attenta programmazione dei fondi che tenga conto di una visione complessiva delle problematiche e delle reali esigenze della Regione, e della sua naturale inclinazione alla produzione di ricchezza derivante dalle sue risorse. Solo attraverso un approccio programmatico all’erogazione dei fondi comunitari – mettendo la parola fine alla spesa “a pioggia”, quindi stop agli acceleratori di spesa che finora nulla hanno prodotto in termini di crescita e sviluppo – si potrà creare nuova economia, lavoro, coesione sociale, infrastrutture e turismo.
E anche in questo campo è necessario introdurre processi innovativi, come l’utilizzo di software di ultima generazione che la ricerca ha messo a disposizione, in grado di simulare le conseguenze di lungo-periodo della politica di coesione, dall’allocazione dei fondi, alla produzione dei bandi, alla gestione delle domande fino al processo di rendicontazione.