Oliverio ha ricordato i risultati conseguiti nel corso del suo mandato, ormai alla fine, nel riformare la Protezione Civile.
Io, che l’ho vissuta in prima persona nel ruolo di suo dirigente per ben tre anni, so benissimo di cosa parliamo: di un’istituzione fino al mio ingresso praticamente ignota ai calabresi, in cui ho dovuto mettere mano dappertutto.
Soprattutto nel settore del volontariato, che versava in condizioni deplorevoli e a cui ho dedicato tutte le mie energie.
Capisco che siamo in campagna elettorale e che quella di Oliverio si annuncia tutta in salita. Ma trovo profondamente scorretto intestarsi meriti non propri.
L’unico merito di Oliverio, se proprio gliene devo riconoscere uno, è stato quello di essersi tenuto lontano dalla Protezione Civile mentre la dirigevo.
Mentre io riorganizzavo tutto il settore dei volontari, li riqualificavo e li rendevo autonomi dalla politica con una profonda riforma del regolamento del volontariato.
Ho raggiunto questi risultati consentendo a tutti i calabresi il libero accesso al volontariato di Protezione Civile attraverso la soppressione degli assurdi test di ammissione che solo la Regione Calabria espletava per logiche clientelari, e prevedendo al contempo una formazione rigorosa per i volontari. In tal modo ho cancellato quella casta privilegiata di associazioni, strettamente legate alla politica, che ricevevano ingenti fonti regionali a dispetto di tanti potenziali volontari che non potevano espletare la loro nobile missione.
Grazie a queste mie iniziative, portate avanti tra le polemiche strumentali di chi voleva continuare ad assoggettare il volontariato di Protezione Civile alla politica, il corpo dei volontari è ora diventato sano, efficiente e operativo.
Ma per meriti di chi scrive e dei suoi collaboratori di allora, non di Oliverio.
Non promette affatto bene una campagna elettorale che inizia nel segno della travisamento della realtà e dell’appropriazione di meriti altrui.
L’umiltà, la serietà e la credibilità pagano sempre.