C’è da sempre un dilemma con cui fare i conti, soprattutto in Calabria, quando ci si determina di stare a fianco dei meno privilegiati, ossia se tale presa di posizione possa pure comportare, in parecchie situazioni, l’inevitabile difesa di quanti li usano o strumentalizzano per trarne profitto facendo pressione sull’opinione pubblica, e quindi sulla politica, affinché i più deboli siano ‘salvati’ con ad esempio conseguenti grossi vantaggi per i proprietari di un’azienda in cui sono occupati che altrimenti chiuderebbero ‘baracca e burattini’. Ecco perché, e voglio precisarlo a chiare lettere, il mio intervento odierno è soltanto indirizzato a sostenere in tutto e per tutto dei lavoratori, da sempre l’anello debole della catena in qualsiasi contesto, che subiscono immancabilmente le scelte della parte datoriale da cui sono stipendiati e soprattutto della politica, non meno opportunista di coloro i quali devono trarre profitto dalle rispettive attività. Semmai il contrario. Fatta la doverosa premessa, nel caso di specie, mi voglio occupare, spendendomi in loro favore, delle 250 unità finora impiegate a vario titolo nelle Terme Luigiane. Ma non mi limiterò a farlo con un comunicato stampa, quasi di prammatica. Dal momento che, viceversa, è mia ferma intenzione capire bene come stiano le cose anche alla luce di quanto letto sugli organi di informazione da moltissimo tempo. È il motivo per cui profonderò, nei limiti della mia funzione attuale s’intende, il massimo impegno personale, battendomi insieme ai dipendenti delle Terme a cui ho peraltro chiesto un incontro a breve. Un confronto a cui parteciperò al fine di avere un quadro ancora più chiaro dell’ormai lunga storia che dal 2016 a oggi, anno di scadenza del contratto di concessione della gestione delle acque alla Sateca SpA da parte dei Comuni di riferimento Guardia Piemontese e Acquappesa, hanno vissuto la grama prospettiva del precariato a oltranza. Io, lo ribadisco, non voglio addentrarmi in questioni di gestione o accordi aziendali, benché vada ricordato come i diretti interessati nella circostanza difendano a ‘spada tratta’ i vertici della stessa Sateca. Ma è un aspetto che, ripeto, a me interessa poco. Credo però sia doveroso a…prescindere supportare questa gente che nella difficile fase corrente potrebbe ritrovarsi in mezzo a una strada in preda a un’emergenza assoluta. Senza un euro in tasca, insomma. Mi preme allora sollecitare la Regione, che in base alla legge avrebbe un ruolo da protagonista nella vicenda ma finora ricoperto all’insegna della più totale inerzia, e le due amministrazioni municipali citate in precedenza. Che, qualunque sia lo sbocco finale dell’ormai annosa querelle fra enti pubblici a ogni livello e impresa privata, dovrebbero avere l’imperativo categorico di salvaguardare il tasso occupazionale della loro area di pertinenza. Sempre e comunque. Perché il resto sono vuote chiacchiere fatte da chi coltiva interessi, diversi e particolari, sulla pelle di brave persone, che hanno il solo torto, lo dico per paradosso come ovvio, di voler continuare a guadagnarsi il pane onestamente e con sacrificio.