Apprendo le dichiarazioni di Mario Oliverio appena diffuse a mezzo stampa, secondo cui sarei stato io a decidere di uscire dalla protezione civile regionale. Niente di più falso. Io sono stato sospeso con procedimento disciplinare dal governo regionale, da lui presieduto, per avere scritto, in un post Facebook, che un certo Domenico Tallini voleva “riportare la protezione civile regionale all’antica”. Tale procedimento è stato avviato dall’allora direttore generale alla presidenza, Domenico Pallaria, a seguito di una segnalazione dello stesso Tallini e su proposta del presidente del consiglio regionale Nicola Irto. Oliverio non ha mosso un dito per opporsi alla mia ingiusta espulsione. A breve renderò pubblici tutti questi atti amministrativi.
Sono stato sospeso l’ultimo giorno prima della scadenza del mio contratto triennale per impedirmi di fare ricorso invocando la sospensione del procedimento. Tutto pianificato a tavolino per farmi fuori con un capolavoro della burocrazia della regione Calabria. Mi hanno fatto fuori a tavolino perché mi sono opposto al malaffare, bloccando una macchina da soldi che da decenni alimentava un corposo giro d’affari illegali.
Nella sua mendace dichiarazione di oggi, Oliverio ha omesso di ricordare le numerose lettere di denuncia che gli avevo inviato formalmente – dai primi mesi del mio insediamento fino a pochi giorni dalla mia scacciata – per manifestargli il mio profondo malessere, minacciando più volte le dimissioni, nel dirigere la protezione civile regionale. Prociv che fino al momento del mio arrivo gestiva illegalmente svariati milioni di euro: un vero e proprio covo di malaffare che – tramite colletti bianchi facenti parte del mondo politico, dell’informazione, di quello sindacale e di un certo personale che foraggiava prima del mio arrivo – a seguito della mia ferma presa di posizione contro questo andazzo, mi ha attaccato quasi quotidianamente in tutti i modi, dalle aggressioni giornalistiche a quelle fisiche, sfociate in minacce di morte e in attentati incendiari.
Un covo di malaffare che ho combattuto dal primo giorno del mio insediamento anche con ripetute denunce a vare procure, che hanno portato ad arresti di persone che mi avevano preceduto nella direzione della Prociv regionale prima del mio arrivo.
Nelle mie lettere di denuncia lamentavo inoltre a Oliverio il fatto che in una regione tra le più esposte al mondo ai rischi naturali, mi ritrovavo senza personale adeguato e qualificato per ottimizzare il lavoro.Nonostante tutto questo, tra mille sacrifici personali e rimettendoci la salute per il costante stress a cui ero sottoposto, specialmente per gestire le emergenze, ho portato la protezione da Cenerentola d’Italia a un modello di riferimento per molte regioni, come testimoniato dai premi e riconoscimenti ricevuti a livello nazionale e internazionale. Ho decantanto questo gioiello tutto calabrese in importanti trasmissioni di tv nazionali a cui sono stato invitato per i prestigiosi traguardi raggiunti. Riconoscimenti di cui in più di un’occasione Oliverio si è pavoneggiato. Sono profondamente rattristato dalla sconcertante ingratitudine umana di Oliverio.
Oliverio, nella sua nota stampa di stasera, vigliaccamente ha pubblicato solo miei sms – nel quale comunque traspariva tutto il mio malessere che ho descritto – relativi al periodo successivo alla mia scacciata, quando quella regione Calabria da lui guidata pubblicava un bando farlocco – successivamente annullato dal Tar e quindi appositamente scritto male per togliermi dalle scatole – al quale avevo rinunciato a partecipare poiché lo ritenevo una vera e propria presa per i fondelli.
In ogni caso nei prossimi giorni porterò all’attenzione della stampa tutta la corrispondenza integrale, formale e informale, tra me e Oliverio, per rendere partecipi i calabresi della mia sacrosanta verità e per renderli consapevoli di chi siano i loro governanti.
Lo stesso giorno dell’attacco sferratomi da Oliverio, mi giungono altre illazioni di un altro dinosauro del Giurassico calabrese, Agazio Loiero, che racconta in modo strumentale di due miei incontri con lui. Trattasi di incontri combinati da persone vicine allo stesso Loiero, in cui non sono stati assolutamente definiti accordi politici o programmatici – tra l’altro con un contesto distante anni luce dal mio modo di concepire la politica – ma solo di liberi scambi di idee e opinioni.