Seconda Pasqua di clausura a causa della pandemia da Covid che ci deprime un po’ tutti. E come potrebbe essere altrimenti, considerato che il Coronavirus ha sconvolto le vite di ognuno di noi con la sua scia di morte, paura, rinunce e crisi economica? Un mix terribile che ci ha impedito di svolgere le più svariate attività, come ad esempio le più importanti quali l’esercizio, libero e democratico, del diritto di voto alle più frivole, ma allo stesso tempo ricreative e ritempranti, come una semplice cena in compagnia degli amici o una lunga passeggiata al mare o in montagna senza limiti di sorta. Purtroppo, però, per noi calabresi questa situazione insopportabile è, come se non bastasse il resto, arrivata ai limiti della tollerabilità, dal momento che le tante inefficienze e inadempienze della ‘catena di comando’ regionale hanno acuito i problemi già di per se stessi gravissimi proprio per effetto dell’imperversare del Sars-Cov-2. Un virus che uccide molta gente, ma in grado di separare tutti. Persino stretti congiunti e amici fraterni che chiunque di noi vorrebbe invece abbracciare. Una voglia che aumenta esponenzialmente durante una festa Santa e altamente simbolica come la Pasqua. E appunto il suo avvento di domani, mi induce per una volta a desistere dall’indulgere alla polemica politica, suggerendomi invece di lanciare un messaggio di speranza e formulando i più fervidi auguri a tutti voi. Donne e uomini di questa stupenda terra, un Tesoro di Calabria, che sono certo vivrà presto giorni migliori e una lunga stagione di riscatto per riuscire finalmente a togliersi di dosso quella vergognosa etichetta di Cenerentola del Sud Italia, del Paese e d’Europa per diventare viceversa una locomotiva quantomeno dell’intero Mezzogiorno e non solo.