Il Diritto all’Acqua Pubblica

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La libertà di bere.

L’acqua è un bene pubblico primario, come l’aria, e la legge impone che la Regione faccia in modo che la gestione del servizio idrico integrato sia affidato ad un soggetto interamente pubblico e non – come avviene attualmente – alla Sorical SpA, che è una società mista pubblico/privata, classico baraccone politico servito, ra varie cose, per sistemare molti “figli di papà”.

Le peculiarità geologiche, idrogeologiche e climatiche hanno resa la Calabria una delle Regioni italiana più ricche di risorse idriche. Le nostre montagne, le nostre colline, le nostre pianure traboccano di acque fresche e di ottima qualità.

Ma la generosità della natura non è stata sufficiente, nel  corso degli anni, ad impedire che il bene “Acqua” si trasformasse da risorsa in una delle più gravi criticità per l’intero territorio Calabrese: per incompetenza e sciatteria della nostra classe dirigente, questo immenso tesoro rimane spesso inespresso e quindi non utilizzato a beneficio dei cittadini, spesso costretti a convivere con rubinetti a secco o con turni di approvvigionamento idrico da terzo mondo. Il sistema acquedottistico è carente, in molte parti ridotto a un colabrodo e, nonostante l’enorme quantità di denaro pubblico che negli anni è stato impegnato, ancora oggi, vi sono aree urbane servite a singhiozzi. Il problema è certamente di tipo strutturale: bisognerebbe capire come sono stati realizzati gli acquedotti e le opere di captazione delle acque, e perché dopo ogni temporale si verificano frane e alluvioni sui principali acquedotti regionali che ne bloccano l’erogazione, ma anche perché programmi che prevedono l’immissione nelle reti acquedottistiche di acque potabilizzate delle tantissime sorgenti che abbondano in Calabria, subiscono fermi e ritardi burocratici del tutto ingiustificabili.

Non si può tuttavia ignorare che un sistema di primaria importanza per la qualità di vita e lo sviluppo economico-sociale della Regione, come le risorse idriche, è governato in Calabria da organismi che non riescono ad affrontare i problemi di ordine burocratico e rallentano ogni decisione di carattere politico.

Dopo che con la legge regionale n.34/2010 è stato costituito l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO, che è un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, come quello idrico o quello dei rifiuti) comprendente tutto il territorio regionale, solo dopo 7 anni, con la legge regionale n.18/2017, è stata riconosciuta ed istituita l’Autorità Idrica della Calabria (AIC), cui sono demandate le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato.

Ma il compito più importante che deve affrontare l’AIC è quello di individuare il soggetto gestore interamente pubblico, cioè il suo braccio operativo che deve distribuire l’acqua nei vari comuni, che non può essere più la Sorical società mista pubblico/privata.

Il mio impegno prioritario sarà quello di rendere interamente pubblica la gestione del sistema idrico.

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